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Nella primavera del 1944, il tenente Clifton James veniva contattato dalla Sezione Cinematografica dell’Esercito britannico e invitato a Londra per un provino. Attore di professione e relegato nel suo ufficio dell’Amministrazione Militare a Leicester, il tenente James, d’ottimo umore, si recava a Londra. All’indirizzo di Curzon Street non c’era nessun regista. Si presentava a lui un uomo, il colonnello Lester del MI5, ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito. Egli aveva notato la forte somiglianza del tenente con il generale Montgomery, comandante che aveva ricoperto un ruolo cruciale nella campagna del Nordafrica durante la decisiva seconda battaglia di El Alamein. Aveva dunque inizio la “Operation Copperhead”.
Al fine di nascondere la preparazione di una grande forza d’invasione per lo sbarco in Francia, si era infatti pensato di ingannare il nemico accumulando prove che Monty, probabilmente comandante delle forze inglesi di invasione, avesse lasciato l’Inghilterra per recarsi da tutt’altra parte. Il tenente James doveva diventare il generale Montgomery. Nei giorni successivi il fu tenente James veniva così istruito per mettere nel sacco l’Alto Comando tedesco. Per questo motivo fu assegnato come sergente del Servizio Informazioni dell’immediato seguito del generale.
Monty portava il famoso basco nero, una giacca a vento di pelle e aveva un modo tutto suo di fare il saluto militare. Camminava a passo deciso, dominando la scena; ogni tanto rivolgeva domande secche, verificando, dando consigli, impartendo ordini. Il tenente James doveva smettere di bere e di fumare; imparare a camminare, parlare e a imitare tutti i gesti e le particolarità del generale Montgomery. Qualche giorno dopo, alle 18.30, il nuovo Monty partiva con l’areo privato del Primo Ministro Winston Churchill verso Gibilterra. «Abbiamo sparso la voce lungo la costa africana che arriverà Monty per formare un esercito anglo-americano per invadere la Francia meridionale». Girare tutto il Medio Oriente per accreditare questa voce era la missione del tenente James.
A Gibilterra, veniva accolto dal complice governatore, Sir Ralph Eastwood, Rusty per gli amici, che per un attimo credette che lo stesso Montgomery avesse cambiato idea e fosse venuto di persona. «Perbacco, voi siete davvero come Monty!» esclamò il governatore. La tappa di Gibilterra fu breve, ma di grande efficacia. In poche ore le spie tedesche avevano già informato il governo centrale, che iniziava così a concentrare gli sforzi nel ricavare informazioni sul “Piano 303”, nome in codice della finta operazione d’invasione. I giorni successivi saranno una monotona ripetizione di atterraggi, ricevimenti, pseudo conversazioni di alta strategia e strade con file di truppe acclamanti, oltre a, ovviamente, “fortuiti” incontri con agenti infiltrati nemici.
A pochi giorni dallo sbarco in Francia il tenente James fu messo su un aereo diretto al Cairo, unica città abbastanza grande per sparire senza lasciare tracce. Solo dopo la fine del conflitto il tenente James scoprì il grande pericolo che aveva corso. Il governo tedesco voleva infatti abbattere l’aereo in cui stava viaggiando o assassinarlo in Spagna o Africa. Fu invece Hitler che, volendo conoscere il punto di sbarco dell’invasione, gli salvò al contempo la vita, impedendo qualsiasi tentativo di assassinio.
Ma, sarà stata veramente utile questa piccola ed elaborata commedia? Molto probabilmente sì, perché al momento dello sbarco in Normandia, le famose divisioni corazzate di Rommel erano rimaste sul fronte orientale.
Riferimenti
James, M. E. C., 1954. The counterfeit General Montgomery. I a cura di New York: Avon Publications.