“O splendido mondo nuovo”
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Queste parole di Miranda (Shakespeare, W. (ca. 1611), La Tempesta, Atto V, Scena I, ll. 205) non potrebbero essere più colme di significato. Che si viva in un mondo in evoluzione (anche se a volte, ahinoi, par più devoluzione) è innegabile. La tecnologia progredisce, gli usi e i costumi mutano, nel bene e nel male. Ma qualsivoglia cambiamento spesso provoca stupore, diffidenza e, quantomeno nelle fasi iniziali, ammirazione nei confronti della nuova strada tortuosa che si sta per intraprendere.
Oggi il mondo si trova a pochi passi da una rivoluzione, di cui saremo testimoni negli anni a venire. Una “criptorivoluzione”. Bitcoin è tornato, più forte e determinato che mai; al suo seguito un’armata di criptovalute, veterane e reclute, che si ergono a scudieri del proprio re.
Il lettore si chiederà in che modo differisca questa rivoluzione dalla “criptobolla” del 2017; la risposta non è una, ma decine: decine di istituzioni private, fondi d’investimento di ogni genere e peso, compagnie assicurative e banche che ora credono fermamente in questo “mondo nuovo”, in cui il vil danaro diventerà digitale.
Mi sia concesso un passo indietro per il lettore meno informato: cos’è il Bitcoin e, più in generale, cos’è una criptovaluta? Quest’ultima è, molto semplicemente e come si evince dal nome, una valuta. A seconda dei casi, può somigliare a una moneta fiat (e.g. le cosiddette stablecoins, il cui valore rispecchia quello di una valuta “reale”) o essere un “valuta digitale alternativa”, altrimenti detta altcoin (Yang, Stephanie. “Want to Keep Up With Bitcoin Enthusiasts? Learn the Lingo” The Wall Street Journal [New York, NY] 31 Gennaio 2018. 22 Dicembre 2020), oppure ancora un token di governo, un NFT o una di molte altre interessanti tecnologie che, ahimè, non possono essere esaurite nello spazio di un articolo.
Di fondamentale importanza è la struttura sulla quale le di cui sopra sono costruite: la blockchain, essenzialmente una struttura di dati immutabile, la cui integrità è garantita dalla tecnologia crittografica di cui fa uso (per brevità, si affida al lettore più curioso il compito di informarsi più approfonditamente riguardo a tale affascinante tecnologia).
In tutto ciò, dove si colloca il Bitcoin? Lanciato nell’ormai lontano 2009, non senza controversie, Bitcoin è ad oggi non solo LA criptovaluta, ma viene definito “oro 2.0”. Un soprannome davvero meritato, perché ora che ha superato il proprio massimo storico è diventato un bene rifugio al pari, o migliore, di ciò che da tempo immemore è valore allo stato puro.
Bitcoin è diventato ciò che si definisce uno “store of value”, letteralmente una riserva di valore, ovvero un bene/servizio che non perda il proprio valore nel tempo, ma al contrario il cui valore cresca a multipli dell’inflazione, rendendolo quindi più sicuro e redditizio in caso di vendita. Il lettore si domanderà: per quale motivo?
Oltre ad essere stato un pioniere nel suo campo, Bitcoin, come la maggior parte delle altre criptovalute, è caratterizzato da una quantità limitata di moneta (21.000.000, di cui circa 18.500.000 attualmente in circolo) che si traduce nell’inflazione inesistente a cui innanzi si è fatto cenno. Tale quantità è, per natura della blockchain, non modificabile. Al contrario di molte altre altcoins, però questa quantità è relativamente bassa, in media 1000 volte minore, il che si traduce in un più alto costo per singola unità.
La scarsa quantità, unità alla crescente difficoltà di estrazione (ogni Bitcoin e frazione di esso viene estratto dai cosiddetti miner, che usando calcolatori elettronici specializzati risolvono dei complicati quesiti matematici), rendono Bitcoin estremamente ricercato e solo una piccola frazione dei Bitcoin finora estratti è presente sul mercato. Il resto è nascosto in portafogli di società e persone fisiche che non hanno alcuna intenzione di vendere nel futuro prossimo. A ciò si aggiungono alcuni recenti studi che sostengono che, per un motivo o per un altro, fra il 20 e il 30% di tutti i Bitcoin estratti fino ad oggi siano andati persi.
In sostanza: è un banale caso in cui una domanda crescente e un’offerta molto limitata tendono a spingere il prezzo al rialzo.
Obiettivo di Bitcoin e di molte tecnologie affini è la decentralizzazione (ulteriori informazioni riguardo a questo e altri obiettivi delle criptovalute saranno trattati in Cryptogenesis, Act II, di prossima pubblicazione ne Il Cambio) del sistema monetario: un mondo nuovo in cui il valore della moneta non sia determinato da istituzioni nazionali, internazionali o sovranazionali, ma dagli utenti, con il minimo rischio che chiunque possa manipolarlo a proprio vantaggio. Si sa, la tecnologia è imperfetta e pertanto il rischio, per quanto infinitesimale, esiste, ma la promessa è allettante.
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