In questi giorni si assiste alla concretizzazione di quel che molti osservatori politici reputavano impossibile, impensabile. La Lega di Salvini entra nel Governo Draghi con 3 Ministri: Giancarlo Giorgetti al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), Massimo Garavaglia al Ministero del turismo ed Erika Stefani al Ministero alle politiche per la disabilità. Come è possibile che Matteo Salvini, il leader del partito anti-europeo, stia appoggiando il Governo più “europeista” della storia repubblicana? Si sta rinnegando quel che si è andato dicendo per avere delle “poltrone”? Molti sostenitori leghisti sono combattuti, confusi dalle scelte del Segretario Federale, altri si sentono traditi dal partito e vertono verso Fratelli d’Italia (unico partito che ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di votare la fiducia al nuovo Governo). Altri ancora temono che Salvini abbia fatto una scelta azzardata.
Ora chiedo ai sostenitori della Lega: di cosa avete paura?
La scelta maturata il 4 febbraio 2021, dopo la segreteria politica a Roma, è palesemente la scelta migliore per il futuro del partito. La cosiddetta linea “giorgettiana” ha vinto. Giancarlo Giorgetti, il vicesegretario federale della Lega, è riuscito in un modo o in un altro a convincere il resto della dirigenza ad appoggiare Draghi. Senza valide ragioni? Dubito fortemente. Se la Lega ha veramente l’intenzione di governare il Paese deve cominciare da qui. Gli osservatori internazionali considerano il partito di Salvini come estremo, di destra becera, fascista. Mentre nella politica interna questo tipo di insulti sono all’ordine del giorno e ormai hanno perso qualsiasi tipo di significato politico, così non è nel resto del mondo. L’isolamento di Identità e Democrazia, il gruppo dove milita la Lega nel Parlamento Europeo, è chiaramente conseguenza di questa retorica che causa solamente danni a un partito come la Lega che di fascista non ha nulla. Questo atteggiamento da parte delle cancellerie e dei governi europei non verrebbe meno se Salvini diventasse Presidente del Consiglio in questo momento, e ciò non è un bene né per l’Italia né per il partito. Mario Draghi è funzionale per iniziare il processo di “pulizia” dell’immagine della Lega, deturpato da giornalisti da strapazzo, da qualche parlamentare troppo esuberante e dalla promessa di voler uscire dall’euro.
Dall’euro non si esce. Dall’Europa non si esce. Basta propaganda becera. La lega non è più il partito del 3% in lotta con la soglia di sbarramento, la Lega è il primo partito italiano. Oltre a essere il primo partito italiano è anche il partito delle regioni produttive del paese: il settore delle imprese non può più permettersi di perdere tempo con i discorsi anti-euro e non con il Covid. La eventuale decisione scellerata di uscire dall’euro danneggerebbe loro, gli esportatori del Nord, favorendo (forse) gli assistiti che sono concentrati maggiormente nelle regioni meridionali del Paese.
“In Europa sì ma a testa alta”, questo dovrebbe essere il nuovo slogan della Lega. Contare finalmente in modo incisivo nelle decisioni dell’Unione, e ciò potrebbe essere realtà con Mario Draghi. Il leader dell’Unione Europea, in questo momento, è Angela Merkel. La Cancelliera tedesca è prossima alla scadenza naturale del mandato e ha già annunciato che non si ricandiderà. Il numero due dell’UE è Emmanuel Macron: anche il Presidente della Repubblica Francese è prossimo alla scadenza naturale (nel 2022) e la sua rielezione potrebbe avere degli ostacoli. È chiaro, dunque, che vi sarà un vuoto nella leadership europea, un vuoto che potrebbe essere colmato da Mario Draghi. Dal mio punto di vista, anche con la presenza di leader forti in Francia e in Germania, Draghi sarebbe comunque un punto di riferimento per l’Europa intera. Se rimanesse l’unico leader affermato sarebbe un “dominio” italiano sulle cancellerie europee.
La Lega, appoggiando un Governo capace, potrebbe candidarsi con poche obiezioni europee a governare l’Italia e l’Europa, riuscendo finalmente a portare quei cambiamenti che potrebbero veramente esaltare il suo elettorato.