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NFT: Non Fungible Token. In breve, un contratto intelligente basato sulla blockchain, la quale attribuisce a tale contratto un proprietario e altre caratteristiche intrinseche dell’oggetto digitalizzato. Un nuovo concetto di prodotto. Un nuovo concetto di proprietà. Un nuovo concetto di arte.
Recentemente, la nota casa d’aste Christie’s ha battuto all’asta per circa 69 milioni di dollari in Ethereum un NFT creato da Beeple, nome d’arte di Mike Winkelmann. L’artista è da anni nei cuori di un (ormai non più) ristretto numero di sostenitori del suo talento nel creare opere digitali. Uno dei motivi principali di attrazione nei confronti di questo artista è, lasciando da parte l’innegabile bravura e originalità, il fatto che abbia creato un’immagine digitale ogni singolo giorno della sua vita negli scorsi 13 anni. Insomma, Winkelmann è un esempio di vera costanza e determinazione. L’opera di cui sopra, intitolata Everydays: The First 5000 Days (il lettore veda l’immagine in evidenza), è un collage di tutti i lavori pubblicati nei primi 5000 giorni di attività dell’artista. La cifra astronomica a cui si è conclusa l’asta ha reso Winkelmann uno degli artisti di maggior “valore” al mondo.
Beeple non è certo il primo a sfruttare la tecnologia della blockchain per vendere le proprie opere, ma non sarà nemmeno l’ultimo: anche Damien Hirst, già affermato artista, autore, fra le altre, di The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, ha affermato di voler rilasciare dei propri NFT.
Ancor più scalpore dell’enorme cifra pagata per accaparrarsi un Beeple riguarda Banksy, artista a dir poco peculiare. Banksy in quanto persona ha poco a che fare con la vicenda in realtà: è una sua opera ad aver fatto notizia. Un collettivo di giovani artisti ha acquisito Morons per circa 100.000 dollari, solamente per poi darlo alle fiamme in un parco di Brooklyn, ma non prima di averlo digitalizzato e reso un NFT. L’opera digitalizzata è stata successivamente rivenduta per il triplo della cifra d’acquisto. C’è chi si chiede se sia stato giusto distruggere un’opera di un artista così apprezzato e influente, ma una cosa è probabile: per quanto si possa capire del personaggio che è Banksy, è improbabile che all’artista dispiaccia, come potrebbe dimostrare la distruzione da parte dell’autore stesso di Girl With Balloon nel 2018.
Ma gli NFT non si limitano a rendere l’arte digitale, qualsiasi cosa può essere “tokenizzata”: la proprietà di un attico di lusso, di una canzone… Poco tempo addietro Jack Dorsey, fondatore e CEO di Twitter Inc., ha venduto all’asta “il suo primo tweet“. Come? Grazie alla tecnologia della blockchain ha trasposto in maniera unica e non falsificabile le parole cinguettate nel “lontano” 2013: “just setting up my twttr“. Per non parlare di Elon Musk, il quale ha appena offerto in vendita una propria canzone che, guarda caso, riguarda proprio gli NFT e per la quale le offerte hanno già superato il milione di dollari. Come poi dimenticare gli NBA Top Shot, NFT sviluppati dall’omonima società fondata dal miliardario Mark Cuban, che si ripropongono di conferire a chi ne entra in possesso la proprietà di alcuni momenti salienti di partite della famosa lega di pallacanestro americana. E ancora i giocatori di calcio “tokenizzati” da Sorare, un vero e proprio fantacalcio sviluppato sulla blockchain.
Siamo solo all’inizio di questa nuova corsa all’oro, ma l’attenzione di molti si sta già spostando sui pericoli di tale frenesia. Quanto di tutto ciò è interesse legittimo e appassionato per una nuova forma artistica e quanto rappresenta una bolla speculatoria? Lo stesso Beeple ha affermato in un’intervista che teme che la seconda sia la realtà dei fatti e che ritiene che gli NFT siano al momento estremamente sopravvalutati, in termini di valore economico.