Il Cambio c’è

Andiamo avanti, quindi. Il Cambio c’è. E, fino a quando qualcuno nel mondo vorrà ascoltare il pensiero di coloro che pubblicano, non sarà mai offline.

Il nostro Cambio nasceva nel dicembre del 2020, nel bel mezzo di una pandemia virale che ha messo il mondo intero a ferro e fuoco in un modo violento e disastroso che la grande maggioranza di noi non aveva mai vissuto e mai si sarebbe aspettato. Il progetto proseguiva nel corso di tutto il 2021, un anno per tanti, troppi versi molto simile al precedente. Oggi assistiamo a una grave crisi militare nel cuore dell’Europa, la nostra casa, tra due Stati europei, con i quali così tanto abbiamo in comune. Per un giornale come il nostro, le cose di cui parlare in questi anni sono state davvero tante, e speriamo di avere sempre potuto offrire punti di vista e spunti di riflessione interessanti ai nostri cari lettori.

Voglio ricordare la missione del nostro giornale, che non dobbiamo mai perdere di vista. La Redazione è composta da ragazze e ragazzi giovani e giovanissimi che desiderano parlare degli argomenti che studiano o che più stanno loro a cuore. Il Cambio è, quindi, un giornale di giovani. Ma non è rivolto solo ai giovani. Voglio ripetere quanto scritto ormai quasi un anno e mezzo fa nel mio primo editoriale: Il Cambio non esiste per informare, anche se, chiaramente, precluderci questa possibilità per una questione di principio sarebbe sciocco. L’opinione dei nostri Autori e dei nostri articolisti è e deve essere informata, certo, ma la ragione principale per la quale il Cambio opera è quella di proporre e di diffondere le opinioni, i punti di vista e le idee dei ragazzi che sul Cambio pubblicano. Il Cambio non vuole limitarsi a trattare un argomento specifico proprio perché esiste una serie infinita di interessi e di competenze (acerbe quanto vogliamo, almeno a questo punto) che sono tanti quanti sono i singoli individui. Vogliamo essere una realtà dove il racconto di un viaggio verso una cittadina caucasica, l’intervista a un ragazzo che ha vissuto in una città assediata e il resoconto di un Gran Premio di Formula 1 possano stare l’uno accanto all’altro senza che a nessuno sembri strano.

La vita va avanti, e le vicende personali, lavorative o universitarie dei membri della Direzione, degli Autori e degli articolisti possono andare a incidere sull’impegno che ognuno mette nel progetto. E questo è naturale. Il Cambio non è il nostro lavoro ma richiede un impegno costante perché è un progetto al quale tutti noi teniamo molto e che vogliamo vedere raggiungere sempre più lettori, sempre più successo. 

Voglio quindi ringraziare, in qualità di Direttore, tutti i nostri lettori per il loro continuo sostegno, che permette al progetto del Cambio di continuare a esistere e di andare avanti. Allo stesso modo, ma anche un po’ di più, voglio ancora una volta ringraziare anche tutti i nostri collaboratori; sono davvero orgoglioso, insieme a tutta la Direzione, di poter fornire una piattaforma che consenta loro di esprimere la propria opinione, di fare ascoltare la propria voce, di commentare gli eventi del presente e quelli del passato, di dare la propria visione del futuro, di raccontare le proprie esperienze e le proprie storie.

Andiamo avanti, quindi. Il Cambio c’è. E, fino a quando qualcuno nel mondo vorrà ascoltare il pensiero di coloro che pubblicano, non sarà mai offline.

I miei più cari auguri di Buona Pasqua. 

Il Direttore

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