L’Italia a Euro 2020: tra sogni e aspettative

Manca sempre meno al fischio d’inizio della gara inaugurale del Campionato europeo di calcio. Il prossimo 11 giugno, infatti, allo Stadio Olimpico di Roma andrà in scena, con un anno di ritardo, la prima partita di Euro 2020: Italia-Turchia. Dopo ben 365 giorni di attesa, la Nazionale del CT Mancini finalmente potrà cominciare il percorso verso il tetto d’Europa. L’attesa attorno ai ragazzi azzurri è tanta: il gruppo è giovane, le risorse tecniche e umane sono quasi abbondanti e la voglia di stupire, di certo, non manca.

Ben trentatré i pre-convocati per il raduno di fine maggio/inizio giugno per l’amichevole contro San Marino. Gli assenti certi saranno gli infortunati Zaniolo e Caputo e, con sorpresa, anche Roberto Soriano è stato escluso. Raspadori è il centravanti dal volto nuovo, mai chiamato, fino a oggi, con la rappresentativa dei “grandi”. Dei molti calciatori che varcheranno i cancelli di Coverciano, almeno sette dovranno poi tornare nelle rispettive dimore, senza aver la possibilità di disputare il torneo.

Gli uomini di punta saranno certamente: il portiere Gianluigi Donnarumma, i difensori Bastoni, Bonucci e Chiellini, i centrocampisti Barella e Locatelli e gli attaccanti Immobile, Chiesa, Belotti e Insigne.

Il girone dell’Italia e i precedenti

Gli Azzurri sono stati inseriti all’interno del Gruppo A con Galles, Svizzera e Turchia. Aver evitato le Nazionali più blasonate potrebbe anche essere un bene, se non fosse per il fatto che le tre rappresentative che andremo a sfidare siano decisamente in forma e agguerrite. Dalla parte dei nostri ragazzi, sicuramente c’è la possibilità di sfruttare il “fattore casa”, dato che gli incontri si disputeranno all’interno di “mura amiche”. L’11, il 16 e il 20 giugno, infatti, lo scenario delle sfide sarà, come già anticipato, lo Stadio Olimpico di Roma. La prima uscita sarà quella contro la Turchia; seguirà poi quella con la Svizzera (16/6) e infine quella contro il Galles (20/6).

La storia insegna che l’Italia, durante la fase a gironi, mai è partita forte quando poi ha sollevato al cielo il trofeo. Nel 1982, con Polonia, Camerun e Perù, i ragazzi di Bearzot passarono il primo raggruppamento unicamente per aver segnato un gol in più rispetto al Perù. La compagine sudamericana aveva ottenuto 3 punti, tanti quanti quella italiana. Ai Mondiali del 2006 il trend è stato invertito ma nel 2012, quando gli Azzurri raggiunsero la finale, dovettero sconfiggere l’Irlanda e sperare che la Spagna battesse la Croazia.

Durante la rassegna continentale che prenderà il via tra soli venti giorni, le carte in regola per accedere alla seconda fase ci sono tutte. Le incognite sono legate a eventuali infortuni o a possibili cali di tensione, che potrebbero costar caro, in un torneo così breve e concentrato in poche settimane.

L’impostazione tattica dell’Italia di Mancini

Il CT della nostra Nazionale sarà Roberto Mancini, tecnico che ha già rinnovato il proprio contratto fino alla fine del 2022. L’allenatore ci ha abituati ad ampie liste di convocati, con tanti ragazzi che hanno esordito in maglia azzurra proprio grazie al coach marchigiano. Nonostante questa ampia gamma di scelta, il modulo e i dettami tattici dell’ex-Inter sono sempre stati chiari e puntuali.

Il modulo di riferimento è sempre stato il 4-3-3, con grande importanza data a tre ruoli in particolare: quello degli esterni, quello del mediano e quello delle mezze ali. La squadra del classe ’64 ha una chiara impronta di manovra: l’impostazione dal basso è il cardine di ogni azione italiana con Locatelli, Jorginho o Verratti incaricati di avviare l’offensiva. Gli esterni devono essere propositivi e sempre pronti a dare supporto agli attaccanti con Spinazzola, Florenzi ed Emerson che sono i più utilizzati in questo ruolo. Le mezze ali (Barella, Pellegrini) devono riempire l’area di rigore e devono aiutare il terminale offensivo (Belotti o Immobile) nella chiusura della manovra, quando gli esterni d’attacco (Chiesa e Insigne) scelgono di crossare al centro dell’area di rigore avversaria.

Speranze e desideri: sognare è lecito

Leggendo i nomi e osservando anche le squadre nelle quali questi ragazzi militano, le aspettative non possono che essere elevate. Il primo scoglio è quello relativo al girone, che non sarà per nulla semplice superare. Lo stadio di casa e il tifo italiano potrebbero dare una grande spinta a Donnarumma e compagni. Se i nostri ragazzi, poi, dovessero accedere agli ottavi di finale come primi o secondi del gruppo A, andrebbero ad affrontare la seconda classificata dei gironi B o C. In questi due raggruppamenti, le Nazionali più temibili sono Belgio e Olanda che però, salvo sorprese dovrebbero vincere le proprie sfide.

Indubbiamente, delle restanti compagini (Russia, Danimarca, Finlandia, Ucraina, Austria e Macedonia del Nord), nessuna ha il blasone o i nomi in squadra per poter partire favorita contro l’Italia. Questo significa che arrivando o primi o secondi, la strada verso le migliori otto d’Europa sarebbe un poco più in discesa.

Al di là degli avversari, però, la nostra Nazionale deve concentrarsi su sé stessa e deve dimostrare di aver raggiunto una certa maturità. Il mix di veterani e giovani leve è assai intrigante; la mentalità propositiva trasmessa da Mancini, poi, è avvincente, coinvolgente e appassionante. I presupposti per scalzare il Portogallo dal trono dei vincitori ci sono, con la speranza che il cielo, sopra Wembley, il prossimo 11 Luglio possa colorarsi di azzurro. Il desiderio ultimo, infine, è quello che il nostro Paese possa tornare a respirare, ancora una volta, l’aria frizzante delle notti magiche.

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