I grandi campioni si riconoscono nell’unicità delle loro gesta: è il caso di Iga Świątek e Rafael Nadal.
“Congrats!” “Oh my God!”, è stato lo scambio di espressioni avvenuto sul campo centrale del Roland Garros “Philippe Chatrier” tra Rafael Nadal e Iga Świątek durante una sessione di allenamento. Il giocatore maiorchino si congratulava per la vittoria conseguita nel Master 1000 degli Internazionali di Roma della tennista polacca, che ha risposto sorpresa e imbarazzata non avendo notato l’entrata in campo dello spagnolo. Tra i due c’è un rapporto di grande rispetto e stima, dovuto sia alle simili peculiarità caratteriali, come l’umiltà e la semplicità, sia al fatto che Świątek ha sempre tifato e preso come punto di riferimento Nadal. È famosa la sua foto tra gli spalti della “Rod Laver Arena”, che la ritrae in un’espressione mista di gioia e sgomento a testimonianza della spettacolare remuntada di Nadal contro Medvedev nella finale degli Australian Open di quest’anno. Ma le storie dei due giocatori, come spesso accade ai numeri 1, s’intrecciano anche per altri motivi.
È il 10 ottobre 2020 quando Iga Świątek all’età di 19 anni solleva il suo primo trofeo in carriera. Si tratta di uno dei quattro tornei dello Slam, la Coppa parigina del Roland Garros che conclude la stagione primaverile, disputata prevalentemente in Europa e giocata sulla superficie della terra battuta. A mettere assieme “19 anni” e “Roland Garros” viene in mente un’altra data, quella del 5 giugno del 2005, dove sempre alla stessa età Rafael Nadal vince il suo primo torneo dello Slam a Parigi, il primo di 21 (13 a Parigi).
Vincendo l’Open di Francia nel 2020, Świątek passa da essere la numero 56 al mondo alla numero 17. Oggi, 2022, la giocatrice è numero 1 al mondo da 7 settimane e viene da 28 partite vinte consecutivamente, tra le quali 5 trofei e una semifinale Slam. A sorprendere sono i risultati ottenuti sul cemento, avendo Iga sempre preferito la terra. A partire dalla semifinale del torneo dell’Australian Open (Grande Slam) di gennaio e dei 3 titoli vinti, un WTA 500, quello di Doha, e due WTA 1000, il “Sunshine Double” (soprannome che evoca le condizioni climatiche piuttosto estreme in cui si giocano i due tornei) di Indian Wells e Miami. E tornando sulla terra battuta ha vinto il WTA 500 di Stoccarda e il WTA 1000 di Roma ricordato prima.
Il suo beniamino Nadal, che si dà il caso essere lo stesso di chi sta scrivendo, ha quindi in comune con la sua tifosa n. 1 (della classifica WTA) aspetti caratteriali, la precocità con cui ha scalato le vette della classifica (ATP per Rafael e WTA per Iga) e una presenza dominante sulla terra rossa. Tutti avvenimenti o caratteristiche che fanno parte del passato o del presente dei due giocatori. Mi permetto, invece, di aggiungere uno slancio emotivo riguardo al futuro prossimo, con una considerazione più da tifoso che da osservatore. Nonostante sia la prima stagione in cui Rafa arriva al Roland Garros con un bilancio negativo (per lui) di 3 partite vinte e 2 perse su terra battuta con i relativi problemi di età e acciacchi fisici (Nadal compirà a inizio giugno 36 anni e ha un infortunio cronico al piede) e nonostante il fatto che Iga non possa continuare a vincere per sempre mi sento di darli come favoriti, benché ci siano, in particolare sul tabellone maschile, giocatori sulla carta più in forma per quest’ultimo atto della stagione su terra.