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Il racconto ha inizio nell’autunno del 1942 nel Regno Unito, quando l’invasione dell’Africa del Nord procedeva regolarmente verso il successo e il piano generale d’operazione seguitava in direzione di uno sbarco in Sicilia. I Tedeschi dovevano aspettarsi l’isola come prossimo obiettivo, ma cosa si poteva fare per convincerli del contrario e indurli a disseminare le forze? Perché non abbandonare nelle acque spagnole un cadavere, con documenti falsificati, come se venisse da un aereo precipitato? Se il cadavere veniva portato a riva, era quasi certo che i documenti sarebbero caduti nelle mani di agenti tedeschi.
Il protagonista della storia veniva trovato in un uomo appena morto di polmonite, quindi perfetto per simulare una morte per annegamento vista la presenza di liquido nei polmoni. Il documento ingannatore doveva essere emanato da un’altissima autoritĂ . Fu scelto il generale Sir Archibald Nye, Vice-capo dello Stato Maggiore Imperiale, per scrivere all’inconsapevole generale Alexander, allora comandante del 18° Gruppo in Africa, una lettera in cui si indicavano due falsi bersagli come possibili obiettivi: uno in Grecia e l’altro in qualche punto del Mediterraneo occidentale, probabilmente la Sardegna. Mancava la scelta della nuova identitĂ del cadavere: il nome concordato fu William Martin, maggiore dei Royal Marines; giovane ufficiale di grande ingegno e competente nei mezzi di sbarco. Nel portafoglio la fotografia e due lettere appositamente piegate e ripiegate della sua graziosa ragazza Pam, oltre a una fattura di 53 sterline per un anello di fidanzamento e i soliti effetti personali. I preparativi per l’inganno erano completi.
Dopo l’approvazione del Primo Ministro Churchill, il 30 aprile 1943 alle 4:30 il cadavere del maggiore William Martin veniva spinto in acqua a 1500 metri da Huelva, piccolo porto del sud-ovest della Spagna. Il mattino del 30 aprile un pescatore lo trovava vicino a riva. Fu ripescato e nell’autopsia condotta dalle autorità spagnole si confermava la morte per asfissia per immersione in mare. Mentre l’esercito britannico faceva formale richiesta per riavere tutti i documenti ritrovati, l’agente tedesco di Huelva riusciva a copiarli e ad avvisare i suoi superiori. Allo stesso tempo il nome del maggiore veniva inserito nella lista dei caduti del Times, mentre Pam mandava una corona da mettere sulla lapide.
Il buon esito dello sbarco in Sicilia nel luglio fu dimostrazione del fatto che lo stratagemma era riuscito. Quattordici giorni dopo che il cadavere era stato rinvenuto, il diario di guerra del Grandammiraglio del Reich Karl Dönitz riferiva infatti che lo Stato Maggiore confermava l’autenticità dei documenti. L’Alto Comando trasferiva un’intera divisione corazzata dalla Francia al Peloponneso e ordinava la collocazione di un campo di mine al largo della costa greca. A occidente, il maresciallo Wilhelm Keitel disponeva il rinforzo della Sardegna e inviava un’unità corazzata in Corsica. Hitler stesso doveva aver visto i documenti perché l’ammiraglio Dönitz scrisse: «Il Führer non è d’accordo che il punto più probabile di un’invasione sia la Sicilia. Secondo la sua opinione, i documenti anglo-sassoni scoperti confermano che l’attacco sarà diretto soprattutto contro la Sardegna e il Peloponneso».
Riferimenti
AA.VV., 1960. Storie segrete dell’ultima guerra. III a cura di Milano: Selezione Reader’s Digest.